History
They were young and they were dreamers, as it is for all young people and especially with young musicians. They were working in Rome with the orchestra conductor Vittorio Antonellini who was the biggest dreamer of all. They had already been holding numerous and successful concerts in the most prestigious locations of the Capital.
One day, Goffredo Petrassi listened to them in awe, because Nino Carloni who was perhaps an even bigger dreamer had asked him to carry out a survey to scout a chamber orchestra willing to work in music events in L’Aquila.
So, La Camerata Musicale Romana became I Solisti Aquilani. Their debut was at the Auditorium of the Sixteenth-Century Castle in L’Aquila on 21st of April 1968. The heading to the name was “Complesso Abruzzese da Camera della Società Aquilana dei Concerti [Abruzzo Chamber Orchestra of the Aquila Concert Association]”. Carloni’s utopistic idea was becoming a reality, by “self-ignition” they started producing their own music other than simply organizing it. In 1970, I Solisti Aquilani with the Orchestra Sinfonica Abruzzese, set the basis for the mechanism, for which “Barattelli” was its first engine.
Artistic Directors
A livello locale dunque, con I Solisti Aquilani, nasceva per la prima volta un nucleo di produzione musicale che non soltanto assicurava un grande contributo, in termini di produzione, a quel progetto cui si accennava, ma realizzava per la vita musicale aquilana e abruzzese un mezzo di comunicazione concreta e di confronto con il mondo musicale italiano e internazionale. Infatti se una città come L’Aquila, allora come oggi di circa 60 mila abitanti, oltre a essere a opera della sua Società dei Concerti un punto nodale di incontri musicali, di altissimo livello, diveniva sede di un gruppo che produceva ed “esportava” la musica.
La nascita dei Solisti Aquilani, in ambito nazionale, si inseriva in quel progetto di rivalutazione del patrimonio strumentale italiano sei-settecentesco dimenticato per tutto l’Ottocento e i primi decenni del nostro secolo e via via riportato alla luce da più colti interessi musicologici a partire dagli anni ’30 e ’40.
Nel 1968 esistevano già I Solisti Veneti, I Virtuosi di Roma e I Musici, tutti impegnati nei confronti di questo così affascinante e “italianissimo” repertorio, ma I Solisti Aquilani si caratterizzavano per la loro collocazione geografica essendo essi l’unica struttura del genere nel meridione che realizzava di fatto un modo nuovo di pensare la musica. Un altro motivo di originalità dei Solisti Aquilani rispetto alle similari formazioni che già operavano in Italia stava proprio nella vocazione sociale di stretto rapporto con la realtà nella quale intendevano operare.
Proprio agli inizi dell’attività I Solisti a Bologna e dintorni tennero un ciclo di concerti sponsorizzati dalla Buton; al termine ebbero dal conte Sassoli, titolare di uno dei rami della celebre ditta di liquori italiani, la proposta di cambiare sede e nome con un contratto di sponsorizzazione ai tempi molto appetitoso: la risposta fu no. Antonellini e i suoi nella scelta non furono condizionati da sentimentalismi tribali; nessuno era allora abruzzese. Essi erano affascinati dall’idea di progettare un modo nuovo di essere musicisti: non soltanto cioè esecutori, pur abilissimi, quanto piuttosto protagonisti di un’esperienza umana e musicale diversa. L’Aquila e l’Abruzzo offrivano questa stimolante occasione, e questo pareggiava il conto ben pesante delle difficoltà obiettive di creare, mantenere, relazionare col mondo musicale italiano e internazionale un complesso da camera avendo come sede una regione piccola e al tempo non attrezzata per questo modo di fare cultura.
Nati come diretta emanazione della Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”, essi si costituirono come un’associazione autonoma acquisendo successivamente la forma di una struttura operativa e istituzionale anche grazie al sostegno del Ministero per il turismo e lo spettacolo (l’attuale Ministero per i beni e le attività culturali), della Regione Abruzzo, della Provincia dell’Aquila e del Comune dell’Aquila.
Nel corso degli anni l’Associazione è riuscita ad adeguarsi ai cambiamenti mantenendo sempre alta la qualità di quelli che sono gli elementi costitutivi della propria ragione sociale che si identifica per l’appunto nel complesso, da sempre costituito da “cavalli di razza”.